Le tematiche emerse in questi mesi di pre-selezioni
(matteo bresci) A poco più di un mese alla scadenza del bando per l’iscrizione al 5° Firenze Film Festival è arrivato il momento di tirare le somme di quelli che sono stati i film proiettati in preselezione fino ad adesso. Sono infatti più di un centinaio i cortometraggi che sono passati per la sala proiezioni dello ZAP, in vicolo Santa Maria Maggiore 1 in pieno centro di Firenze. Questa mole non indifferente di materiale ha permesso di estrapolare quelle che sono le tematiche che hanno avuto più risalto nei film proiettati, portando anche alla luce l’impronta internazionale che questo festival ha, ancor più consolidata quest’anno. Da ciò non ne consegue che la manifestazione sia priva di prodotti autoctoni, ma anzi, la percentuale degli italiani è considerevole e molte di queste pellicole sgomitano tra tutte le iscritte spiccando per originalità e buona fattura. Analizziamo quindi le tematiche più affrontate:
Lgbt La questione del gender, comprendente quindi i vari orientamenti sessuali, è di scottante attualità in questi tempi e anche svariate pellicole proiettate in questi mesi durante le nostre pre-selezioni rivolgono la loro attenzione verso questi temi. Lgbt è infatti una sigla utilizzata come termine collettivo per riferirsi a persone Lesbiche, Gay, Bisessuali e Transgender. In questi corti si tratta quindi di raccontare le storie che queste persone vivono, che le vedono lottare contro i pregiudizi, l’omofobia e il non essere accettati, soprattutto in famiglia. Troviamo quindi avvenimenti reali raccontati attraverso le voci dei protagonisti, sia tramite le forme del documentario sia con prodotti di fiction che creano racconti ugualmente possibili nella quotidianità. Nel film “Calamity” (corto di fiction) ad esempio, il figlio presenta la propria fidanzata che si sta avvicinando al cambio
di sesso alla famiglia, portando lo scompiglio nella casa e nei pensieri dei propri genitori. D’altro canto, per quanto riguarda il cinema documentario, possiamo citare “Different”, film francese che racconta in voice-over la storia del protagonista, un ragazzo che si sente una donna e vive la sua vita come tale: egli è accettato solo dalle persone che, come lui, fanno parte della comunità Lgbt e quindi disconosciuto persino dai propri genitori. Queste e altre pellicole portano quindi alla luce la volontà di questa comunità di far conoscere la propria realtà, cercando di farsi accettare anche da tutta l’altra parte della società che spesso e volentieri vede queste persone come problematiche e di cattivo esempio. Infatti le parti fondamentali che questi registi vogliono evidenziare sono le difficoltà che esse incontrano in ogni contesto sociale, dalla famiglia al lavoro e nella vita di tutti i giorni, denunciando tutto ciò e cercando di creare un clima più disteso facendo immedesimare chiunque guardi in situazioni di questo genere.
Guerre e Migranti Anche per quanto riguarda la seconda tematica emersa, l’attualità e i problemi contemporanei sono le matrici dalle quali prendere spunto per creare le storie da raccontare. Le guerre nei paesi arabi e tutte le persone che fuggono da questi luoghi, diventando migranti, sono anch’esse questioni che purtroppo fanno parte delle notizie quotidiane che chiunque legge. “Mariam” per esempio è un documentario che racconta la storia di un salvataggio in Iraq da parte di una troupe di giornalisti di guerra. Questo corto mostra come la vita dei civili innocenti sia devastata dalle innumerevoli guerre che hanno devastato questi territori negli ultimi decenni, ma di come, anche nelle più buie situazioni, ci sia sempre una speranza portata da chi ancora crede nell’altruismo e nel sacrificio personale. Se un film come questo racconta la guerra, ce ne sono altri che parlano di chi scappa da questi territori e cerca un altro posto da chiamare casa.
In questo caso citiamo “Bacha Posh” e “Children of Spring”. Il primo racconta una storia di finzione di una famiglia in un campo profughi europeo che vuole fuggire verso l’Inghilterra ma che nel mentre gestisce un emporio all’interno del campo. Di questo titolo è necessario sottolineare il fatto che esso abbia in sé particolarità proprie anche della prima tematica discussa: l’epiteto Bacha Posh, che da il nome al titolo del corto, significa “vestita da maschio” e descrive una pratica di alcuni paesi arabi per la quale se una famiglia non ha figli maschi, una delle femmine deve vestirsi e comportarsi come un ragazzo. In questo modo questo film fa notare come anche nei paesi arabi la questione gender sia discussa e modificata in base agli usi e costumi che ogni stato e/o religione prevede. Per quanto riguarda il secondo titolo citato anche in questo caso si tratta di una storia di finzione, ma stavolta ci viene raccontata un’epopea migratoria vissuta dagli occhi dei bambini: dopo la guerra una famiglia scappa dalla Siria e i vari componenti si dividono sperando di ritrovarsi prima o poi nella grande Germania. Qui viene anche mostrato come la normalità sia un bene necessario per queste persone e che con mezzi adeguati l’integrazione è possibile. Merita una menzione speciale, in quanto vincitore del premio del pubblico nella giornata in cui è stato proiettato, il documentario “Dangerous Crossings” parte della campagna di sensibilizzazione creata dalle Nazioni Unite e in particolar modo dalla UNCHR. Esso racconta le fasi di creazione di questi spot, che ha visto radunare sei famosi cantanti provenienti da diverse zone dell’Africa. A queste star viene chiesto di scrivere una canzone che racconti i pericoli che i migranti affrontano nei loro lunghi viaggi e di avvertire chi deciderà in futuro di lasciare la propria terra, informandoli che viaggi come questi non sono mai facili. Anche in questo caso, come abbiamo visto, i registi vogliono quindi mostrare le difficili situazioni del mondo moderno in modo che esse abbiano risalto e possano arrivare da ogni parte del globo grazie alle loro pellicole. Essi, con il loro lavoro portano alla luce i volti e le storie di chi troppo spesso viene dimenticato, abbandonato e rilegato a numero e statistica utile solo a riempire i titoli di giornale e le tv. In questo modo cercano di ricordare che siamo tutti umani.
Onirismo La terza tematica emersa dalle proiezioni si inserisce in un contesto completamente opposto alle due appena citate: in questo caso infatti, la realtà non basta più e i personaggi si inoltrano così in un ambiente altro, onirico, proprio dei sogni. Sono infatti moltissimi i corti che ricorrono alla creazione di un mondo fantastico e inusuale, scatenato talvolta da
sensazioni forti o semplicemente dall’immaginazione. Questo mondo inoltre, a volte, viene attivato dalla creatività della mente che, stimolata dalle innumerevoli possibilità che si possono avverare nella vita vera, inizia a viaggiare. Ne è un esempio il corto tedesco “Ahoi”, ambientato in un paesaggio freddo e inospitale, nel quale un pittore impazzisce a causa del ricordo della sua amata, la quale sembra essersene andata, ma è sempre presente nella sua vita quasi come un fantasma. Questa sofferenza attiva la mente del protagonista, creando quindi un’atmosfera onirica nella quale lo spettatore è immerso e quasi intontito, non riuscendo a riconoscere quale sia la vera realtà, immedesimandosi in ciò che il pittore vive. La pellicola “Trauma” è invece un vero e proprio sogno. In questo caso il protagonista parla con il suo subconscio (impersonato da sé stesso) cercando di decidere cosa sognare: questo mondo è quindi irreale alla massima potenza, disconnesso tra tutte le sue parti, raccontato con inquadrature inusuali che descrivono al meglio la situazione che l’autore cerca di raccontare. I titoli da annoverare in questa categoria sono comunque tantissimi: “Maria’s Silence”, “The Other”, “Shelter”, “The Merciless Beauty”, “Jackpot”, “Once in my Life”, “Eingang/Ausgang”, “The Birth of Venus” e molti altri ancora. 
In tutti questi corti la dimensione onirica è predominante, spiazzando spesso lo spettatore. Questi film, nell’inoltrarsi in un altro mondo, arrivano a volte a sfuggire quelle che sono le regole basilari del mezzo filmico, diventando così pellicole proprie più di un cinema sperimentale, che indaga così nuove forme. A volte invece situazioni al limite, come lutti, difficoltà nella vita di tutti i giorni, omicidi, pazzia, sono i catalizzatori che fanno emergere questo tipo di universo. In definitiva è da notare che pellicole di questo genere arrivano veramente da tutto il mondo, dimostrando che tematiche come queste sono veramente comuni e diffuse nei modi di pensare cinema degli autori contemporanei.
Queste giornate di proiezioni fanno quindi emergere una estrema varietà di tematiche e modalità di fare cinema, evidenziando però che alcune particolarità svettano in mezzo alle altre. Sarà interessante provare a riconoscere queste tracce testuali negli ultimi due appuntamenti allo ZAP (20/04 e il 27/04) e ancor di più ponendo attenzione su quei film che riusciranno ad arrivare alle giornate finali di giugno. Quindi attenzione alla guerra, al mondo onirico, ai migranti e alle identità sessuali, continuando sempre a seguirci.
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